Le api sono insetti utili sia per l'uomo che per l'equilibrio dell'ecosistema ambientale. Sono pertanto tutelate e protette dalla normativa italiana e comunitaria.
Certo qualora si insediassero nella nostra casa, se pur utili, l'evento determinerebbe certamemnte qualche problema; in questi casi è bene sapere come comportarsi e come gestire la situazione.
Ecco cosa raccomanda il Dipartimento della Protezione Civile della Regione Lazio:
- se lo sciame è in volo e si appresta ad entrare in casa, chiudere porte e finestre.
- se lo sciame è già dentro casa, uscire rapidamente dalla stanza chiudendo la porta. Mantenere per quanto possibile la calma, senza gesti che potrebbero rendere gli insetti più aggressivi.
- non tentare di risolvere il problema spruzzando insetticidi o cercando di uccidere gli insetti con il fuoco rischiando di far allarmare gli insetti.
- In strada, non sostare nelle vicinanze di uno sciame d’api, di un nido di vespe o di calabroni.
- Non avvicinarti agli insetti, potrebbero sentirsi minacciati e pungere.
- In caso di puntura allontanati dal nido o dallo sciame, non gesticolare per allontanare gli insetti e non farti prendere dal panico.
- Nel caso di una puntura di un’ape, estrarre nel più breve tempo possibile il pungiglione per evitare di assimilare tutta la dose di veleno contenuta nella sacca velenifera.
- In caso di puntura, reazioni cutanee locali quali gonfiori e pruriti sono del tutto normali, al contrario orticaria diffusa, malessere, ansia, ed altre reazioni sistemiche più gravi possono portare allo shock anafilattico e alla morte dei soggetti allergici al veleno degli imenotteri. In tali casi, chiamare immediatamente il 118 Emergenza Sanitaria o portare il soggetto allergico al più vicino Pronto soccorso.
Ecco quel che mi è accaduto nel 2007, tra la fine del mese di Agosto ed i primi giorni del mese di settembre: tutto è iniziato da un vecchio divano era stato spostato da qualche mese su un balconcino, nella casa di campagna.
Ci eravamo accorti di uno strano movimento di api ma, in campagna, questo è del tutto normale... sino a quando, però, la cosa non è diventata a dir poco allarmante: un ronzio dal tono grave persisteva tutto il giorno ed un via vai api rendeva la zona poco praticabile ed il balconcino inaccssibile.
Dovevamo fare qualcosa, ma cosa?
Cercando sul WEB ho scoperto che la Regione Lazio è dotata di un servizio di pronto intervento per Sciami di vespe, api e calabroni (e non solo), con una sala operativa regionale.
Ho contattato la Sala Operativa della Regione Lazio (06 51686407, 06 51686419 - oggi vi è anche il numero verde 803 555), spiegando la situazione. Nel giro di poche ora è stata attivata l'ARAL, Associazione Regionale Apicoltori del Lazio, che ha provveduto a farmi contattare dall'apicoltore di zona per il recupero e la rimozione dello sciame d'api.
Un esempio di grande efficienza e l'opportunità di accostarmi ad un mondo, affascinante, che sino ad allora mi era sconosciuto.
L'apicoltore, il pomeriggio dello stesso giorno si è recato sul posto: aiutandosi con una specie di "pistola a fumo" ha dovuto "aprire" irreparabilmente il divano (non era recuperbile) e recuperato il "favo" con l'ape regina che ha traslocato in un'apposita scatola di legno (da lui portata). Ha introdotto anche qualche favo colmo di miele (il corredo per la nuova casa).
Dal divano ha recuperato altri favi pieni di ottimo miele ed un pò di questi ce lo ha lasciati (vedi la foto), spiegandoci come recuperarlo e come recuparare anche la cera. Vedremo più avanti come ho eseguito facilità, stupore e soddisfazione tutta la procedura.
L'apicoltore è quindi andato via lasciando la cassetta di legno sul balconcino... sarebbe tornato in serata a recuperarla, lasciandomi per il momento solo alcune semplici istruzione su cosa fare dopo il tramonto, in attesa della suo arrivo.
Durante il giorno il via vai di api è seguitato incessantemente! Eravamo ancora un pò preoccupati, ma al tramonto avremo avuto prova della validità della strategia dell'apicoltore.
La magia si è consumata nei pochissimi secondi in cui il disco rosso del sole stava scomparendo all'orizzonte. In un batter d'occhio tutte le api sono entrate nella loro transitoria casa (la cassetta di legno dov'era la regina) ed ora il silenzio magico regnava. Seguendo le istruzioni dell'apicoltore, mi sono avvicinato quatto quatto alla cassetta di legno ed ho velocemente chiuso le due porticine di accesso. C'era solo da aspettare.
Giunto l'apicoltore, che era già notte, ha sollevato e portato via la casetta ronzante con dentro almeno 4000/5000 api.
Ed ora pensiamo al miele!
I Favi ricchi di miele
Quelli che vedete sono i favi recuperati, colmi di prelibatissimo miele, di polline e forse anche di pappa reale!Nel maneggiarli l'apicoltore non aveva fatto caso che 2 o 3 api erano rimaste invischiate nel miele ed ahi!" nel prepararli per l'estrazione del miele, sono stato punto su un dito! Fa male eh! Peccato per le poverette, ma ormai non si poteva fare più nulla per loro! La prima mi ha punto mentre maneggiavo i favi... dopo di che ho fatto attenzione e le altre sono riuscito a staccarle sena farmi pungere!"
Il recupero del Miele
Il miele ha un peso specifico eccezionale. Questo gli consente di essere filtrato senza difficoltà con setacci a trame anche molto fini. Nelle immagini, seguendo le istruzioni dell'apicultore, ho tafliato con un coltello affilato la parte superficiale delle celle nei favi ed ho quindi posizionato gli stessi capovolti dentro al setaccio (un colino mantenuto in sospensione direttamente sul barattolo.
Purificazione della Cera
Dopo aver fatto colare tutto il miele che contenevanorimeneva solo tanta cera sporca ed imbrattata di miele! Come recuperarla?
L'apicoltore mi ha spiegato come fare! Ho preso un sacchetto di yuta e ho messo al centro una palla fatta con tutta la cera sporca recuparata dai favi. Ho chiuso il sacchetto legandolo con dello spago e l'ho !zavorrato con un bel sasso!
Ho quindi inserito il tutto in una pentolaccia di alluminio che ho riemito d'acqua. La cera tende a galleggiare quindi, dato che la zavorra teneva il sacchetto legato sul fondo il livello dell'acqua doveva coprire bene la parte superiore del sacchetto. Messa la pentola sul fuoco ho portato in ebollizione per un pò. Con una stampella di metallo (come si vede dalla foto) ho mantenuto il sacchetto ben sotto il pelo dell'acqua.
Cosa accade: la cera con il calore si scioglie e diventa molto liquida. essendo più leggera dell'acqua tende a salire in superficie non prima di essere stata filtrata dal saco di yuta; mente infatto la cera fuoriesce facilmente da sacchetto stratificandosi in superficie, tutte le altre impurità rimangono intrappolate nel sacchetto di yuta. Dopo l'ebollizione si toglie la pentola dal fuoco e la si lascia raffreddare all'aperto. Sulla superficie si sarà formato un bel disco giallo di pura cera d'api.
Recupero della Cera
Rotto il disco di cera come fosse una lastra di ghiaccio galleggiante sul mare, ecco dei bei pezzi di pura cera d'api pronti per essere rifusi e modellati nelle forme che vorremmo, realizzandone, ad esempio delle bellissime candele!
Perchè non organizzare una bella merenda a base di miele o prodotti derivati ... tutto consumato rigorosa a luce di candela... di cera d'api, naturalmente!
By Valeriosub
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