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La storia che sto per raccontare è avvenuta il 7/4/2012, esattamente il giorno prima di Pasqua. Una casualità, direte voi! Certo, una casualità, una di quella che ci offre qualche interessante spunto di riflessione.
Tutto ebbe inizio durante l'attività di manutenzione periodica della mia vasca Juwel-Rio300.
Periodicamente, ogni 2 settimane, raccolgo la torba del nido e la sostituisco con dell'altra pulita.
La vaschetta ospitata nella vasca principale, è dotata di un coperchio, utile per evitare che i "Killi" possano saltare fuori, finendo all'interno della vasca più grande, alla mercè dei pesci che la ospitano. Alcune specie di Killifish hanno nel loro DNA lo stimolo a saltare perchè, in natura, questo gli consente di fuggire dalle pozze più piccole nella speranza di approdare in buche più grandi o addirittura in qualche piccolo ruscello.
Per qualche motivo era però già qualche settimana che avevo abbassato la guardia e non utilizzavo più il coperchio, dal momento che la coppia si era stabilizzata.
Ultimamente, col senno di poi, vedevo che la femmina tentava di sfuggire dalle pressanti attenzioni del maschio. Fatto sta che quella mattina la femmina era scomparsa! Probabilmente è saltata... ma questa è un'altra storia.
Dicevo che ogni 2 settimane, raccolgo la torba del nido e la sostituisco con altra nuova. E' proprio ciò che ho fatto quel giorno; non avendo più la femmina in vasca, non avrei comunque dovuto sostituire la torba, ma solo raccogliere quella in uso per l'ultima volta: estratto con attenzione il nido pieno d'acqua dalla vaschetta, ne ho versato pian piano il contenuto in un colino, in modo da separare la torba dall'acqua. Tolta tutta l'acqua, come ogni altra volta, si è formata una bella compressa di torba che, ancora umida, ho messo ad asciugare a temperatura ambiente.
Appena asciutta, ma non completamente secca, la torba verrà messa in un piccolo contenitore di plastica, ben pulito che la proteggerà anche dalla luce, etichettato (datato) e tenuto in disparte per qualche mese, sino al momento giusto per una nuova schiusa... ma questa è un'altra storia.
Bene, messa la compressa di torba ad asciugare (erano circa le ore 14:30) mi sono dedicato alla manutezione della vasca: cambio dell'acqua, potatura delle piante ecc. In sequenza, poi, tra una cosa e l'altra, mi sono dedicato alle altre vasche.
E' solo verso le ore 19:30, nel dare da mangiare ai pesci, che faccio caso che mancava qualcosa: il piccolo Ancistrus della vaschetta dei Killi!!!
Lo cerco bene, prima a vista, poi spostando pianticelle ed arredi dalla mini-vasca... niente! Non c'era!
Ad un certo punto mi si accende una lampadina: la torba!
Vuoi vedere che si era infilato all'ultimo momento dentro il nido (dove sovente andava a fare pulizia sulle pareti)? Magari nella nebulosa di torba non l'abbia notato!
Prendo allora la compressa di torba ancora un po umida ed inizio a frugarla frantumandola con le dita... niente! Non mi do per vinto: vi erano delle piccole zolle ancora unite! Con l'aiuto di un pinzetta a punte ricurve faccio un secondo passaggio più accurato: con molta cautela frammento e divido anche le più piccole zolle di torba. Ancora niente... solo torba!
Erano rimaste le ultime due zollette quando vedo quella che avevo sotto le pinzette iniziare a contorcersi!
Era lì... il piccolo Ancistrus era proprio lì!
Era ancora vivo!
Con le mani tremati ed emozionatissimo lo metto subito in un bicchierotto unitamente a dell'acqua prelevata dalla sua vasca d'origine! Metto poi il contenitore "a mollo" nella vasca per mantenerne la temperatura!
L'ancistrus, a tratti immobile, era completamente ricoperto di ciuffetti di torba. Povero piccolo, era ancora vivo: dopo ben 6 ore fuori dall'acqua, era ancora vivo! Un miracolo: la torba lo aveva protetto dalla disidratazione e la sua conformazione strutturale di Loricaride gli aveva consentito di sopravvivere senza la respirazione branchiale!
Ma 6 ore sono proprio tante! Ce l'avrebbe fatta a sopravvivere? Se fosse riuscito a passare la notte ce l'avrebbe fatta certamente! Anche se vi era la possibilità che così tante ore senza "respirare" gli avessero fatto subire danni permanenti, come ho avuto modi di osservare in pesci di altre specie meno fortunate di lui.
L'indomani mattina, giorno di Pasqua, il mio secondo pensiero è andato al piccolo Ancistrus! Eccomi lì, ancora in pigiama, davanti alla vasca con la lucetta LED a controllare. Il piccolo Ancistrus stava benissimo: vispo più che mai con il corpo completamente ripulito dai resti di torba!
Pasqua vuol dire resurrezione: per gli uomini, così come per tutte le altre creature che popolano il nostro pianeta!
Ora il piccolo Ancistrus sta bene e, dopo un ulteriore periodo di osservazione, ieri ha raggiunto i suoi compagni di covata in un'altra vasca dedicata al loro accrescimento!
La storia sulla disavventura a lieto fine di un piccolo Ancistrus ci fornisce l'opportunità di fare alcune interessanti riflessioni sulla capacità dei Loricaridi di sopravvivere in condizioni ambientali estreme. Certamente ci insegna anche che la vita è sempre un evento miracoloso, e c'è sempre posto per... un pizzico di magia!
By ValerioSub
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